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GRECI ANTICHI
(o elleni). Antica popolazione indoeuropea
stanziatasi nella parte meridionale della penisola balcanica e nelle isole
dell'Egeo, forse dopo le grandi migrazioni del II millenio a.C. Le prime
tracce risalgono all'incirca al XV secolo a.C., quando nell'area precedentemente
occupata dai cretesi e in centri come Micene, Pilo e Tebe crearono una
civiltà detta micenea, che fu però travolta da una
nuova ondata di invasioni doriche attorno al 1200 a.C. I dori,
anch'essi di origine greca, probabilmente stanziati più a nord,
imposero anche un sistema sociale diverso, non più fondato su un'organizzazione
centralizzata, ma formato da varie comunità tribali guidate da
capifamiglia. Decaddero le città, sostituite da una rete di villaggi
indipendenti l'uno dall'altro; la scrittura scomparve, l'attività
fondamentale fu un'agricoltura povera accompagnata dall'allevamento del
bestiame, mentre s'impoveriva anche la produzione di manufatti (Medioevo
ellenico). Questo periodo oscuro finì con l'VIII secolo. Iniziò
allora il periodo della polis (città-stato),
distinto in età arcaica, che si suole far terminare con
la vittoria dei greci sui persiani (480 a.C.), e età classica,
che si concluse con la battaglia di Cheronea (338 a.C.). La mancanza di
unificazione politica favorì il mantenimento di una varietà
di parlate locali, suddivisibili in quattro gruppi: il dialetto eolico,
parlato in Tessaglia, in Beozia e nella parte settentrionale della costa
anatolica; l'arcadico (o arcadico-cipriota), parlato nella regione
centrale del Peloponneso e nell'isola di Cipro; lo ionico (o ionico-attico),
parlato nell'Attica, nella prospiciente isola di Eubea, in molte isole
minori dell'Egeo e nella parte centrale della costa anatolica, denominata
appunto Ionia; infine il dialetto dorico, parlato in tutto il resto
del mondo greco. Per tutta l'età della polis non esistette una
lingua nazionale al di sopra di questi dialetti, ma ciò non impedì
ai greci di riconoscersi come parlanti una medesima lingua di fronte agli
stranieri. Con la battaglia di Cheronea e la conquista macedone terminò
la storia delle libere polis e iniziò il periodo ellenistico
che per la Grecia si esaurì lentamente con l'integrazione nell'impero
romano. Le città greche mantennero ancora spazi di autonomia, ma
entrarono a far parte dell'impero di Alessandro Magno, perdendo ogni peso
come entità indipendenti. Il greco divenne la lingua ufficiale
dei regni ellenistici, non più la lingua dell'età classica
e, usata quotidianamente anche da non greci, si semplificò e ricevette
il nome di koinè (comune). Tale processo continuò
nell'età bizantina (dal V secolo a.C.) in cui la koinè
arrivò a scindersi in due lingue: la dotta, usata a corte e dai
letterati, vicina ai classici, e la parlata volgare, priva delle differenze
dei casi e madre del moderno neoellenico.
F. Roscalla
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